
Il carabiniere esplose alcuni colpi contro l'auto del fuggiasco che rischiò anche di investirlo
Ancona, 17 giugno 2025 – Chiede un risarcimento di 120mila euro e ha chiamato in causa anche il ministero dell’Interno, come responsabile civile, per il ferimento subito dopo l’inseguimento da film terminato a Posatora e iniziato perché non si era fermato all’alt dei carabinieri che stavano pattugliando il territorio dopo una serie di furti in appartamento.
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La richiesta è stata presentata ieri dal 57enne osimano che la notte del 6 marzo del 2023 era stato raggiunto da un proiettile sparato da un carabiniere di 49 anni, in servizio alla Compagnia di Ancona ma originario del Lazio, nel tentativo di fermarlo dopo una fuga rocambolesca che si era consumata per mezza città, con il militare che aveva rischiato anche di essere investito.
Entrambi rischiano di finire a processo, in due procedimenti diversi. Da una parte c’è il 57enne, che quella notte era alla guida di una Polo Volkswagen, è accusato di lesioni personali stradali gravi, per la guida pericolosa e l’eccesso di velocità, e resistenza a pubblico ufficiale. Nella fuga, durata una decina di chilometri, e avvenuta toccando via Ascoli Piceno, via Calcutta, via Cupa di Posatora, via Offagna, via del Fornetto, terminando in via Monte Priore, a Posatora, poco dopo il parcheggio dell’area camper, c’era stato uno speronamento anche della pattuglia di servizio dei carabinieri del Norm e l’osimano era finito contro i militari (erano in due a bordo della gazzella) causando loro lesioni personali perduranti e con più di 70 giorni di prognosi. Deve affrontare l’udienza predibattimentale il 16 ottobre.
Dall’altra c’è il carabiniere che, nel tentativo di fermare la vettura sospetta, che viaggiava senza assicurazione e anche con una targa clonata, ha sparato tre colpi di pistola, uno aveva raggiunto l’osimano alla guida che ha perso un rene.
Ieri c’è stata l’udienza preliminare per il militare, difeso dall’avvocato Elisa Gatto, davanti alla giudice Francesca De Palma. E’ accusato di lesioni per eccesso colposo dell’uso dell’arma, falsità ideologica e depistaggio. Avrebbe dichiarato lo sparo di meno colpi (due) rispetto a quelli poi emersi (tre) dalle indagini. L’osimano si è costituito parte civile con l’avvocato Ennio Tomassoni e chiede 120mila euro di risarcimento danni al carabiniere e tira in causa il ministero come responsabile civile che, in caso di condanna, dovrà rispondere in solito al pari dell’imputato. La giudice ha rinviato all’udienza del 3 novembre per decidere sul rinvio a giudizio o meno.
Ieri in tribunale erano presenti entrambi, sia il ferito che il carabiniere. Per il secondo militare che era di pattuglia con il 49enne, la Procura (il fascicolo è del pm Paolo Gubinelli) aveva chiesto l’archiviazione per lui ma la difesa dell’osimano ha fatto opposizione e se ne discuterà davanti al gip il prossimo 25 giugno.