REDAZIONE CESENA

Scoppia la polemica sui campi: "Troppe aziende agricole violano i contratti di lavoro"

Secondo il sindacato Uila il lavoro non attrae più i giovani per le condizioni troppo penalizzanti "Giornate non denunciate, mancato pagamento di Tfr, indennità e premi di rendimento" .

Secondo il sindacato Uila il lavoro non attrae più i giovani per le condizioni troppo penalizzanti "Giornate non denunciate, mancato pagamento di Tfr, indennità e premi di rendimento" .

Secondo il sindacato Uila il lavoro non attrae più i giovani per le condizioni troppo penalizzanti "Giornate non denunciate, mancato pagamento di Tfr, indennità e premi di rendimento" .

"Sono ancora troppo numerose anche nella nostra provincia aziende agricole, di rilevanza nazionale, che violano in maniera strutturale i contratti di lavoro in ordine a giornate agricole non denunciate, mancato pagamento di Tfr , indennità di lavoro straordinario e premi di rendimento". La denuncia è della Uila di Cesena che offre la propria disponibilità alle migliaia di braccianti agricoli del territorio per verificare il riconoscimento di tutti i diritti previdenziali e contrattuali previsti.

"Ogni estate – rimarca la Uila – si ripete la stessa storia: mancano i lavoratori nei campi. Lo denuncia Matteo Zaccariello, funzionario sindacale Uila Uil Cesena. "Le pesche non si raccolgono da sole, le albicocche maturano troppo in fretta, le susine restano sugli alberi. Eppure ci si limita a cercare manodopera all’estero, attraverso il decreto flussi, con procedure lente, inefficaci e incapaci di dare una risposta agli effettivi bisogni delle aziende. L’agricoltura italiana oggi non è attrattiva. E non per colpa di chi non vuole faticare, ma perché il settore offre condizioni troppo precarie per pensare di costruirci una vita".

"I salari - prosegue Zaccariello - sono tra i più bassi in Italia e in Europa, la sola contrattazione nazionale non è stata capace di rispondere prontamente alla perdita di potere d’acquisto che si è registrata negli ultimi anni. Il lavoro è stagionale, discontinuo, faticoso e quando arrivano eventi climatici estremi, come gelate, alluvioni o siccità, i lavoratori a tempo determinato restano senza lavoro e senza alcun tipo di ammortizzatore sociale: tutele che una volta esistevano, ma che sono state cancellate". "Chi lavora in agricoltura affronta turni estenuanti, straordinari spesso strutturali, lavoro festivo e notturno - prosegue il segretario Uila Zaccariello –. Il tutto senza welfare aziendale: niente mense, niente asili nido, nessun aiuto per la casa o la salute. Per chi ha figli o problemi di salute, non c’è flessibilità né orari agevolati. E anche solo arrivare al lavoro per chi utilizza i trasporti pubblici risulta complesso a causa di orari spesso incompatibili con quelli del lavoro, è una sfida. In queste condizioni un giovane sceglie altro. Perché investire in un lavoro senza certezze, crescita e retribuzioni al limite della dignità?".

"Serve un cambio di rotta – conclude Zaccariello –. Dobbiamo smettere di rincorrere le emergenze eripensare il lavoro agricolo come un lavoro degno, stabile e tutelato. Per farlo, è fondamentale costruire una bilateralità moderna e concreta, dove imprese, sindacati e istituzioni collaborino per garantire migliori condizioni a chi lavora. Solo così si potrà ricostruire fiducia, fermare l’esodo di lavoratori e rendere davvero sostenibile il futuro dell’agricoltura italiana".